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“Ali-menti” consigliati per il fegato

Il fegato è l’organo/ghiandola più grande del corpo e svolge più di 500 funzioni.

Questo “chimico” che lavora così tanto, che di notte è doveroso lasciarlo riposare e soprattutto dall’1 alle 3 di notte.

Il fegato è associato all’elemento legno e governa lo scorrere dell’energia vitale, il Qi, la digestione, la secrezione della bile, e influenza la circolazione del Qi della milza e dello stomaco.

Espressioni tipiche di un cattivo funzionamento dell’energia epatica sono tensioni allo stomaco, nausea, vomito, lingua arrossata in punta, mestruo irregolare, gonfiore premestruale al seno e tematiche tipicamente femminili. Anche squilibri all’apparato tendineo muscolare e alla vista sono riconducibili al fegato come pure unghie fragili, secche o sfaldate.

E’ anche l’organo del controllo emozionale e il gridare o parlare a voce alta, esprime lo stato della rabbia e dell’ira, come pure nella gentilezza quando a parlare è un fegato in equilibrio.

Una persona “fegatosa” oltre a essere collerica, può essere impaziente, provare frustrazione, gelosia fino ad arrivare a voler controllare l’altro. Al contrario un fegato in equilibrio, si mostra in una persona dinamica, decisa, con spiccate capacità organizzative.

Il fegato rappresenta anche la vitalità della primavera, il sapore acerbo, acido-agro.

Ora come è noto, se l’alimentazione rappresenta il 30% di eventuali problemi di salute, possiamo sostenere il fegato, introducendo o facendo largo uso dei seguenti “ali-menti”: foglie verdi, germogli, fagioli rampicanti, frutta acida, legumi, piselli, cereali quali orzo, bulgur, segale e avena. Pollo, poco sale, poco olio, vegetali al vapore, verdure sott’aceto, cuocere con poca acqua. Tra la frutta: prugne, limoni e frutta oleosa

I cibi da evitare sono invece: alcol, medicinali chimici, i fritti, lo zucchero, proteine animali lavorate o in scatola, arrosti e alla brace.

Se invece già abbiamo una buona alimentazione e abbiamo sintomi che ci parlano di un fegato rallentato, ingrossato o con altre problematiche, allora, dobbiamo rivolgerci a quell’altro 70% del problema ovvero riconoscere se abbiamo il timore del futuro, di vivere nella mancanza, nell’ingiustizia, di non riuscire a sostenere la famiglia. Potrebbe trattarsi di una paura ereditata o potrebbe essere il risultato di una ferita emozionale.