Tutto ciò che attorno a noi percepiamo come stress attiva in noi delle memorie ancestrali “di lotta o di fuga” ovvero fronteggiamo una situazione lottando per la nostra vita oppure vogliamo scappare da eventi che riteniamo pericolosi.
Fatto sta che più a lungo rimaniamo all’interno di questi schemi, più a lungo ci adattiamo o più a lungo fuggiamo, più tendiamo a sviluppare problematiche che diventano croniche, squilibri emotivi, carenze energetiche, che si tradurranno in somatizzazioni a livello corporeo, quali tensioni, rigidità con un aumento di ansia e timori. Questo permanere in situazioni stressanti, fa attivare il sistema neuro-endocrino e l’asse ipotalamo-ipofisi-surrenali; si attivano il cervello rettiliano che sa riprodurre comportamenti istintivi per elaborare strategie di difesa e emozioni primitive; la più potente e antica è la paura che a sua volta scatena la rabbia e altre emozioni fobiche.
Vivere sotto stress, produce come effetto, una modifica del metabolismo, della distribuzione delle risorse energetiche come pure un vero e proprio spostamento del sangue: il sangue viene mandato ai muscoli per scappare o per fuggire e viene “ritirato” dai processi metabolici. Quindi, quando ci troviamo sotto sforzo o sovraccaricati sci saranno aree “devascolarizzate” in quanto non ritenute prioritarie per la sopravvivenza.
Una diminuita circolazione del sangue in determinate aree per lunghi periodi porta a una riduzione dell’energia, a un aumento di paure e ansie e si rischiano depressione e esaurimento. Tra l’altro viene alterato lo stato di percezioni emotive, con la tendenza a chiudersi a nuove emozioni viste le esperienze passate, può venire meno una sensibilità al dolore, si potrebbe provare una sorta di anestesia “somato-emotiva”.
Da quanto sopra si evince l’importanza di riattivare tutti i distretti sanguigni e di portare ossigeno a tutte le aree del corpo, riattivando così la neo-corteccia.
Come è noto, vi è una stretta relazione tra la corteccia cerebrale e la pelle. La pelle è il più vasto organo di senso e le cellule nervose già nel feto hanno origine dallo stesso foglietto embrionale. Quindi, una stimolazione della pelle può inviare un messaggio al sistema nervoso riattivando altri centri e intervenendo sulle nostre risposte comportamentali difensive. La stimolazione cutanea può riattivare il sistema nervoso, ristabilendo una più equilibrata percezione di sé. Se poi tutto quello che è fuori è dentro, toccare determinate aree “riattiverà” organi e funzioni interrompendo quelle risposte di difesa.
Il dott. Terence Bennett negli anni 30 dimostrò la verdicità degli studi del dott. Pottinger il quale sosteneva nel suo lavoro “Symptoms of Visceral Disease (sintomi di disturbi viscerali)” che esiste una connessione tra organo, ghiandola e tessuto con la superficie del corpo. Il dott. Bennet iniettandosi del fluoro osservò l’irrorazione ai raggi X e scoprì i punti neurovascolari sulla testa collegati ai principali organi. Morì a causa dell’eccessiva esposizione alle radiazioni, ma a lui dobbiamo questa straordinaria scoperta. Il lavoro del dott. Bennet fu portato avanti dal dott. Floyd Davis il quali scoprì i punti neurovascolari del corpo.
La stimolazione con un tocco dolce di questi punti neurovascolari anche chiamati riflessi viscerosomatici attiva il flusso circolatorio e aiuta a dirigere il sangue in vari tessuti.
Toccare questi punti equivale a resettare un sistema sovraccaricato di tensioni riportando il sistema in condizioni di calma emotiva e a rischiarare la mente.